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Le diverse modalità comunicative

(Paolo Baiocchi)

 

 

Nella comunicazione umana esistono due principali modalità di relazione: quella fondata sullo scambio e quella fondata sul controllo, o, utilizzando un termine un po’ abusato, sul potere.

Vediamole insieme:


1. Lo scambio


 

Quando una persona si relaziona con un’altra mediante il modello dello scambio, rispetta nell’altro il suo diritto di essere libero di scegliere e di decidere. Offre e chiede, accetta o rifiuta le proposte dell’altro, permettendo contemporaneamente all’altro di accettare e rifiutare ogni sua proposta. Questa modalità di relazione si fonda sull’idea che sia possibile fidarsi degli altri, che sia cioè possibile contrarre alleanze proficue con persone diverse in quanto “l’unione fa la forza” e che le risorse messe in tal modo in circolo rappresentano un potere decisamente superiore rispetto a quanto ci consentirebbero di ottenere le nostre risorse individuali.

 

 

La fiducia di fondo di cui sto parlando non è cieca poiché viene verificata dal principio del win-win nulla di fatto, secondo il quale entrambi i comunicatori debbono uscire vincenti dalla comunicazione, diversamente è preferibile non accettare lo scambio. Qualora, infatti, uno dei due voglia trarre un vantaggio ingiustificato dallo scambio per l’altro è preferibile ritirarsi dal confronto.

In questa modalità di relazione le regole vengono negoziate da entrambi gli interlocutori, e per fare ciò è necessaria una enorme capacità di negoziazione.

Un giorno un mio caro amico, grande negoziatore, mi disse con il tono di chi parla di un qualcosa che ha verificato durante lunghi anni di sperimentazione: «Vedi Paolo, una buona negoziazione è quella dalla quali tutti e due escono un po’ insoddisfatti». Mi stupì la saggezza di quella semplicissima affermazione, ma intuitivamente ne apprezzai il valore.


2. Il controllo


Chi segue invece il modello fondato sul controllo vuole imporre la sua volontà e determinare regole che lo soddisfino pienamente. Nessuno ama vedersi all’interno di questa definizione, ma per esperienza sappiamo che molti tendono a perpetuare questa modalità nel tempo.

Com’è possibile farlo conservando la propria autostima e la propria percezione di innocenza?

La nostra mente, quando ci siamo costretti, per autodifesa dimostra di possedere un’incredibile capacità di inventare teorie giustificatorie.

Queste persone hanno un loro mondo ideale che ritengono l’unico giusto e corretto: il mondo come - secondo loro - “dovrebbe essere” ma che, se esaminato attentamente al di sotto della superficie costituita dai diffusi slogan morali o dai valori più comuni, più che essere giusto è un mondo che soddisferebbe i loro gusti e valori personali, e a volte i loro bisogni e desideri.

 

 

Ma essi, irretiti all’interno del pensiero giustificatorio generato dalla difese della propria mente, non dubitano dell’universalità del loro ideale di mondo dando inizio così ad una battaglia feroce per portare le persone con le quali vengono in contatto, o con le quali hanno un rapporto, a concretizzare e materializzare il loro ideale. Nel fare questo sono poco tolleranti verso gli altri e non credono di dover negoziare un bel nulla, in quanto stanno semplicemente cercando di fare del loro meglio per portare pace, giustizia, amore e benessere sul pianeta. E quando il mondo - ovviamente - si ribella (sic..!), essi rimangono stupiti e meravigliati di quanto esso sia perverso e cattivo, dedito al vizio ed all’egoismo dilagante.

Chi invece per debolezza, insicurezza, amore, eccessiva tolleranza e abnegazione accetta queste regole si troverà per forza a soffrire, in quanto il controllo subìto non consente condivisioni gratificanti per gli altri. Queste persone invece di offrire impongono, invece di chiedere pretendono.

Un bel giorno mi è risultata chiara la differenza tra chiedere e pretendere: chi pretende non tollera il fatto che l’altro rifiuti di esaudire la richiesta. Il vero e sincero chiedere prevede che l’altro sia libero di rispondere sì o no alla nostra richiesta.


Come non cadere in modalità sbagliate?


Ognuno di noi intuitivamente sa che il modello ideale di relazione è quello fondato sullo scambio, ma con un po’ di onestà e di autocritica possiamo renderci facilmente conto che non sempre riusciamo ad esserne all’altezza. Esistono per tutti noi dei momenti in cui perdiamo fiducia negli altri, reagiamo emotivamente e finiamo per cadere nello stile di comunicazione fondato sul controllo.

Sono i momenti nei quali siamo sotto stress emotivo. Sotto stress la nostra corteccia perde il controllo sul cervello e la nostra intenzionalità viene ad essere temporaneamente soggiogata dalle potentissime percezioni che si generano nel nostro cervello più arcaico.

Allora crediamo di non poterci più fidare delle persone e la modalità fondata sul controllo ci appare come l’unica via di salvezza. In questi momenti, in cui l’occhio della nostra coscienza non è più lucido, reagiamo e finiamo per alzare il tono di voce, urlare, tenere il muso, fingere, violare le regole di nascosto, sparire, minacciare, ricattare: scivoliamo cioè, senza averne la consapevolezza, in quegli atteggiamenti che definiamo attacchi.

 

 

Con Comunicazione Sana ® puoi conoscere le modalità comunicative, imparare a gestire gli attacchi e molto altro ancora, per la tua vita e la tua professione.

 

 

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Formazione 2023 - Trieste

Date del corso 2020 :

  • 28 e 29 gennaio;
  • 26 e 27 febbraio ;
  • 25 e 26 marzo;
  • 29 e 30 aprile;

Orario: dalle ore 9-13; 15-19

Sede: Istituto Gestalt Trieste, via Rossetti 8

Docenti:  Paolo Baiocchi 

 

 

 

 

 

LE ATTIVITA' DELL'ISTITUTO GESTALT TRIESTE
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LA GESTALT

Nel panorama degli attuali orientamenti in psicoterapia, l’approccio della Gestalt Therapy rappresenta un indirizzo che si è consolidato progressivamente negli ultimi decenni sino a divenire uno dei modelli di intervento più diffusi sul territorio nazionale.

La Psicoterapia della Gestalt può considerarsi un’evoluzione della Psicoanalisi man mano che a questa venivano meno alcuni capisaldi teorici e una volta tolto il supporto epistemologico del modello fiscalista ottocentesco, supporto che Perls ricostituisce attraverso la Psicologia della Gestalt, l’Esistenzialismo e la Fenomenologia.


 

 

La Gestalt fonda l’intervento psicologico sul sostegno alle cosiddette “parti sane”, alle risorse che, se pur in quantità limitata, ogni individuo possiede in sé e può recuperare. In questa concezione, quindi, la psicoterapia diviene uno degli strumenti – in alcuni casi l’unico possibile – adatti a riattivare e ampliare il processo di evoluzione personale.

La concezione gestaltica dello sviluppo e del benessere psicofisico individuale fonda la “diagnosi” sulle possibilità intrapsichiche e relazionali perdute dalla persona che ha cristallizzato il suo agire in comportamenti ripetitivi, inadeguati al contesto attuale e, quindi, al benessere personale.


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